Sii come il bambù, fuori duro e compatto, dentro morbido e cavo.
Le sue radici sono saldamente confitte nel terreno,
si intrecciano con quelle di altre piante
per rafforzarsi e sorreggersi a vicenda.
Lo stelo si lascia investire liberamente dal vento,
e lungi dal resistergli si piega. Ciò che si piega è molto più difficile a spezzarsi.
(detto Buddhista)
Nella nostra cultura Occidentale, il fatto di piegarsi è da sempre sinonimo di debolezza, di codardia. Ogni situazione diversa dalle nostre aspettative la dobbiamo ostacolare, affrontare di petto, o peggio ancora ci sediamo in un angolo a lamentarci del destino avverso. Ci siamo convinti che a vincere sia il più forte, il più robusto, il più aggressivo.
Eppure a rendere il bambù capace di resistere senza spezzarsi è proprio la sua flessibilità.
Flessibilità vuol dire riconoscere l’arrivo di una tempesta ed in maniera intelligente accettarne la forza, avere il coraggio di restare senza opporsi a qualcosa fuori dal nostro controllo ed adattarsi al conseguente cambiamento momentaneo.
Non è forse vero che nell’evoluzione sono sopravvisute le specie in grado di adattarsi piuttosto che quelle che ciecamente hanno cercato di resistere al cambiamento?
(immagine by Skip Allen http://skipallenpaints.com)